Qual è il tuo obiettivo SMART? Con il coaching ti aiutiamo a definirlo.
Rispondi a questa semplice domanda: qual è il tuo obiettivo? Dare una risposta non è così semplice come sembra, vero?
E lo sai che in soli 28 giorni puoi migliorare prendendo una nuova buona abitudine?
Molto spesso si parla di obiettivi, di come raggiungere gli obiettivi, avere obiettivi e via dicendo.
Nella nostra attività di coaching e mentoring sperimentiamo continuamente la necessità di non parlare di obiettivi solo in senso generico, ma di quanto sia importante far capire chiaramente che cos’è un obiettivo e, soprattutto, come stabilire i propri di obiettivi. Prima di parlare degli obiettivi dobbiamo però parlare dello scopo.
La definizione degli obiettivi serve a raggiungere uno scopo.
Facciamo un esempio concreto, immaginiamo 3 persone diverse che hanno tre scopi diversi.
Erica vuole aumentare il suo valore nel mercato del lavoro.
Chiara vuole muoversi e sentirsi più sicura quando è all’estero.
Marco vorrebbe aumentare le proprie possibilità di fare amicizia con persone di altri paesi.
Ecco, con questi tre diversi scopi, ma l’obiettivo potrebbe essere lo stesso, cioè imparare l’inglese o migliorare la propria conoscenza dell’inglese. Vediamo ora la regola SMART, cioè le 5 caratteristiche fondamentali che deve avere un obiettivo per essere formulato in modo corretto.
S come SINTETICO
L’obiettivo deve essere specifico e descritto in maniera molto chiara. Non c’è bisogno di fare “uno spiegone”, con tante riflessioni che possono confonderti e disperderti. E’ invece necessario essere precisi e sintetici (attento però che la sintesi non deve penalizzare la completezza).
Torniamo all’esempio pratico: hai deciso di incrementare la tua conoscenza dell’inglese. Per obiettivo sintetico intendiamo che NON devi spiegare il perché e il per come intendi migliorare il tuo inglese: “siccome ho intenzione di viaggiare più spesso all’estero e mi rendo conto che la mia conoscenza dell’inglese non è abbastanza buona, bla bla bla…. allora migliorerò la conoscenza del mio inglese”. Dovrai invece dire (anzi scrivere) in modo preciso e sintetico “imparo ogni giorno 10 parole nuove di inglese”.
Nella nostra attività di coaching e mentoring ci rendiamo spesso conto di come a volte sia difficile stabilire con precisione e sintesi l’obiettivo. Spesso lo si confonde con lo scopo o, peggio ancora, con una bella speranza.
M come MISURABILE
L’obiettivo deve avere un criterio di misura. Serve a capire quando è stato raggiunto o quanto manca alla meta. Se tu dici “imparo ogni giorno 10 parole nuove di inglese” hai qualcosa che può essere misurato e valutato giorno per giorno: 10 parole sono un criterio di misura.
Nella nostra attività di coaching, ma anche nella nostra vita, nella quotidianità, sentiamo spesso conoscenti amici o colleghi che dicono solo “vorrei dimagrire”, “mi piacerebbe imparare l’inglese”, “andrò a nuotare”… Ecco, queste sono speranze e non obiettivi misurabili.
A come ATTUALE
L’obiettivo deve essere espresso al presente perché devi percepirlo come attuale. Non devi pensare “farò, dirò, andrò, ecc”, oppure “farei, direi, andrei, ecc.” perché in questo modo predisponi la tua mente ad un possibile rinvio. E’ sbagliato dire “imparerò 10 parole nuove ogni giorno”. Devi invece dire (anzi scrivere) “imparo 10 parole nuove ogni giorno”.
Nella nostra attività di coaching, ma anche nella nostra vita quotidiana, avere la percezione che ci sia tanto tempo a disposizione e che possiamo rinviare a domani quello che potremmo fare oggi, è un grave pericolo…. a non fare niente! Quante diete dovevano iniziare lunedì prossimo?
R come REALISTICO
I tuoi obiettivi devono essere realistici: è totalmente inutile costruire una prospettiva assolutamente non realizzabile. Anzi, diventa un elemento di forte frustrazione: ci deve essere armonia tra te come persona e quello che sei, le tue predisposizioni, il tuo fisico. Non significa che l’obiettivo che ti poni non debba essere ambizioso o difficile da raggiungere. Significa solo che un obiettivo oggettivamente impossibile da raggiungere è solo un elemento che può introdurre frustrazione nella tua vita e nel tuo futuro.
Nell’attività di coaching che facciamo con i nostri clienti spesso ci accorgiamo che sono loro stessi a porsi degli obiettivi poco realistici e, a volte, proprio questo errore li ha portati in passato a non poterli raggiungere.
T come TEMPORALE
All’obiettivo deve essere dato un tempo certo. Quando abbiamo fatto l’esempio della lingua inglese, abbiamo anche detto che non devi solo dire “voglio migliorare il mio inglese”, ma – per stabilire il tuo obiettivo in modo corretto – devi dire (anzi, scrivere) “imparo 10 nuove parole ogni giorno”. Ecco,”ogni giorno” a è una definizione di tempo precisa.
Nel coaching anche questa è un’attività di grande importanza: percepire e condividere la definizione temporale e controllare l’andamento della stessa.
Vuoi saperne di più sul coaching? Allora leggi qui. In questo articolo di diciamo che differenza c’è tra il coaching in PNL (programmazione neurolinguistica) e la psicoterapia.
Proprio in questi giorni stiamo seguendo in coaching Giorgio, un giovane imprenditore capace e ambizioso, con tante belle idee che hanno dato origine ad altrettante attività interessanti.
Abbiamo iniziato con l’aiutarlo e definire il suo scopo. Il risultato è stato: “Voglio essere un imprenditore di successo”. Abbiamo definito meglio cosa significhi per lui “imprenditore di successo”, chiedendogli di descrivere per iscritto – con una certa esattezza – come vuole essere da qui ai prossimi 5 anni. Il risultato è stato: “Entro i prossimi 5 anni voglio guadagnare almeno 70.000 Euro all’anno facendo le cose che mi piace fare”.
Da questo momento, abbiamo iniziato a lavorare sugli obiettivi. In coerenza con lo scopo, lo abbiamo aiutato a selezionare, tra tutte le sue attività, quelle che più redditizie nel breve periodo e che gli danno una maggiore soddisfazione. Per ciascuna di queste, lui ha formulato uno o più obiettivi con le caratteristiche descritte sopra. Per esempio, una delle attività per lui particolarmente stimolante è quella del mercato dell’arte: opere artistiche di giovani emergenti per un mercato di intenditori e appassionati di arte moderna. Per sviluppare ulteriormente questa attività, l’obiettivo formulato è:
“Promuovere la mia attività in Italia e all’estero attraverso il social media marketing. Quindi voglio avviare un’azione di SMM nei prossimi 6 mesi, attraverso il collegamento del mio sito web ai social network più diffusi nel mondo occidentale (Facebook, Twitter, Google+, YouTube)”.
Ecco, questo è un esempio di obiettivo correttamente formulato secondo da regola SMART: è sintetico; è misurabile e con tempi certi (sono definiti con esattezza gli strumenti del web da utilizzare è in quanto tempo); è espresso al presente, quindi attuale; è realistico (Giorgio conosce molto bene l’inglese e possiede discrete competenze sull’utilizzo del web).
Vuoi sapere di altri casi pratici? Nel nostro blog ne descriviamo dettagliatamente altri due. Un caso di leadership e un caso di passaggio generazionale in azienda. Buona lettura! 😆
Continua a seguirci! Nel prossimo articolo di diremo anche perché un obiettivo deve essere originale e flessibile, a cosa serve metterlo per iscritto e dichiararlo agli altri e che importanza abbia visualizzarlo.
leggi al seconda
Leggi qui il seguito di questo articolo che hai appena letto.
Se non vuoi rischiare di perdere altri appuntamenti con queste letture strategiche,
iscriviti al nostro blog e riceverai una mail appena altri articoli saranno pubblicati.
Clicca qui e scopri di piu!
Guarda il nostro filmato sulla fase del “decollo” nel parlare in pubblico.
Il “decollo” è la fase iniziale del parlare in pubblico, quella dove – con poche battute e in una manciata di minuti – devi conquistare il tuo pubblico e convincerlo che val la pena ascoltarti. Se affronti bene la fase iniziale del parlare in pubblico, il resto è in discesa. Se sbagli proprio in questa fase iniziale del parlare in pubblico… tanti auguri! [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=usHXWZiW9XI[/youtube]
Guarda il nostro video sull’ascolto attivo
Nella comunicazione umana l’ascolto attivo è l’elemento fondamentale. Se sai ascoltare, comunichi in modo efficace. La comunicazione umana interpersonale è soprattutto capacità di ascolto attivo. Ci preoccupiamo troppo di “saper parlare” per comunicare bene. Dovremmo invece preoccuparci di più di “saper ascoltar”e empaticamente. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQ[/youtube]
Guarda il video sul linguaggio del corpo dell’aggressivo e dell’assertivo
Se hai autostima, hai più capacità di comunicazione assertiva. L’autostima e l’assertività sono una conseguenza dell’altra. Con il tuo linguaggio del corpo puoi essere assertivo e migliorare i rapporti con gli altri. Guarda come l’assertività, la passività e l’aggressività trasmettono la tua autostima tramite il linguaggio del corpo. La comunicazione non verbale, come sempre lancia messaggi inequivocabili. La simulazione mostra il linguaggio del corpo e l’autostima dell’aggressivo, del passivo, dell’assertivo
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=cVvuQXjpCiU[/youtube]
Per le immagini ringraziamo